La responsabilità in medicina di Nicola Todeschini è in libreria
Avv. Nicola Todeschini Malasanità, Risarcimento per errore medico
La responsabilità in medicina di Nicola Todeschini è in libreria
Sono state un successo le prime due edizioni, addirittura bestseller di collana, tanto che Utet mi ha proposto un terzo libro, aggiornato, per dare continuità agli operatori del settore che avevano trovato nelle precedenti edizioni una guida operativa utile.
In una recente intervista mi è stato chiesto quale sia il segreto del successo di questo percorso di approfondimento.
E’ un interrogativo che è stato spesso posto, a ragione, dato che il panorama della letteratura scientifica in argomento è molto esteso, annovera prestigiosi autori ai quali non posso neppure lontanamente paragonarmi.
Credo la risposta sia semplice: questi libri, ed in particolare l’ultimo, appena uscito, sono frutto non di una strategia di vendita, ma della mia necessità di mettere insieme quello che so, un’idea precisa della responsabilità medica che pratico da ormai venticinque anni.
E’ quindi un libro pensato e scritto non solo da un teorico ma soprattutto da un pratico, che mette a disposizione della pratica, appunto, quanto ho studiato in anni di approfondimento e quanto la pratica ha insegnato.
In queste mie righe ci sono tante vittorie ottenute in giudizio con grande coinvolgimento, il racconto di casi veri, le lacrime di sofferenza dei miei clienti, le loro aspettative che hanno percorso, rendendole spesso assai corte, le mie notti, condizionato la mia vita perché per tale sofferenza volevo ci fosse giustizia.
Quello che scrivo è quindi frutto di una ricerca per individuare strumenti veramente utili di difesa, sottoporre a critica consuetudini assai fastidiose, che spesso per quieto vivere anche gli avvocati tendono a non combattere.
Ho deciso di denunciare certe male pratiche (come il ricorso ormai fastidioso alla medicina difensiva come causa in grado di giustificare qualsiasi provvedimento), rifiutare definizioni non aderenti al vero, schierarmi se del caso anche contro alcuni argomenti di una giurisprudenza, diciamo così, assai temuta, alla quale sarebbe stato più comodo allinearsi.
Ma se sento che qualche cosa non va non mi allineo mai, sono un terribile rompiscatole se scorgo un’ingiustizia che è tale prima di tutto perché accettata passivamente da chi invece dovrebbe reagire. Non sono un eroe, sia chiaro, ma vi garantisco che le reazioni di certi ambienti, che pretendevano ossequio, le ho provate eccome, ma non ho saputo tacere.
Ho poi avuto il piacere, dopo aver letto invettive anche scomposte, per certi versi adolescenziali, di leggere orientamenti della Corte di Cassazione che successivamente seguivano i miei stessi argomenti, e ho capito, per quanto i giudici della Suprema Corte non abbiano bisogno di me, che la strada era quella giusta, ma quanti dubbi, ripensamenti, notti trascorse a trovare la matrice linguistica ideale per far passare la mia idea: non una tesi irrealizzabile, ma un argomento per vincere!
Perché se un testo deve servire a guidare, anche praticamente il lettore, deve essere tale, presentare proposte, certo confutabili, ma utili, e quelle descritte nell’opera che ho diretto sono le stesse che diventano argomenti nei mie atti.
Senza passione sincera per questo argomento reggere il colpo di una simile responsabilità, che sentivo e sento ancor di più oggi, sarebbe stato impossibile, e ora che rileggo il libro sono orgoglioso del mio lavoro e di quello degli altri autori che hanno sopportato le centinaia di mia mail con le quali raffiguravo loro il mio orizzonte, perché un’opera collettanea è certamente utile in quanto rappresenti anche argomenti alternativi tra loro, certo, ma non può mai dimenticare di lasciar intravvedere un orizzonte comune.
Ho un figlio che ha deciso di studiare diritto, a lui lo ripeto sempre, se recuperare un articolo dimenticato è errore da evitare, ma riparabile, lavorare senza passione è l’errore degli errori se si vuole lasciare un segno.
Cercare, come facevo da studente, di trovare una ragione pratica a quanto studiavo allora a Trieste, è stato fondamentale, volevo capire come tutte quelle teorie, o almeno alcune di esse, potessero trovare poi pratica applicazione. Mi sono confrontato come opere del tutto teoriche, comprate solo perchè il docente ne desiderava l’acquisto e con lezioni, invece, straordinarie.
Quando scrissi la mia tesi di laurea, proprio in tema di Responsabilità civile dei Sanitari, con la guida del compianto Prof. Giovanni Gabrielli (che allora interruppe l’anno sabbatico per essere presente alla discussione, invitandomi a fermarmi in università) mi scontrai con tesi consuetudinarie che sentivo stridere con la mia coscienza e con la preparazione sin li acquisita. Volli allora, tenacemente, comprendere se esistessero percorsi interpretativi capaci di assecondare una piccola rivoluzione copernicana (la chiamai così allora, pensate che idealista) che portasse al centro dell’obbligazione il paziente, anche grazie ad una doverosa rivoluzione in tema di consenso informato.
Ebbene quella piccola rivoluzione copernicana si è compiuta in questi venticinque anni, anche se non tutti ancora se ne sono accorti, o meglio hanno voluto prenderne atto.
Ricordo quando nei miei primissimi atti di citazione corredavo la mia ricostruzione in tema di risarcimento del danno da violazione del consenso e colleghi avversari, non esattamente ispirati, nei loro atti difensivi canzonavano le mie tesi come visionarie: ebbene quelle cause le ho vinte tutte, e a distanza di anni aver articolato la pretesa come volevo io, anche se qualcuno mi sconsigliava di farlo, ha salvato la chance di poter garantire tutela piena ai miei clienti.
Ma quanta fatica, dubbi enormi, attese, nella consapevolezza che per modificare un sistema ci volesse un piccolo miracolo.
Ma chi non ci crede, nulla cambia, vorrei dirlo a tutti coloro che si accingono a studiare diritto: studiate, approfondite, appassionatevi a qualche cosa che tocchi le vostre corde, e poi credete nel percorso che avete in mente, perchè quando cercate strade per una miglior tutela dei diritti fondamentali non perdete mai tempo!
Ecco, di questo percorso, che non finisce mai, sono orgoglioso, perché ho ricevuto molti riscontri positivi proprio dai lettori del libro, anche da magistrati dei quali ho tanta stima, ma soprattutto ho lavorato per guardare negli occhi chi si rivolge a me e rispondergli, senza mentire, che una speranza di tutela piena esiste.
Ricordo molti momenti di sconforto, come quando compagnie di assicurazione e lobbisti dei poteri forti tentarono di combattere il danno esistenziale, che intanto a Trieste, grazie al mitico Prof. Paolo Cendon, aveva trovato argomenti solidissimi a sostegno. Ricordo all’indomani della sentenza delle Sezioni Unite, che per molti avrebbe dovuto celebrare il funerale del danno esistenziale, che il pessimismo circolava anche tra noi, ma abbiamo reagito, senza strepiti inutili, ma con la consapevolezza di chi ha argomenti nei quali crede. Paolo Cendon aveva creato un gruppo che lo rispecchiava: capace, tenace, appassionato, un onore farne parte.
Un magistrato, che anni addietro si rivolse al mio studio, portando con sè il mio volume di allora, mi disse “sono qua dopo aver letto il Suo libro, finalmente una luce che percorre un’opera in una materia così importante, una luce che in altre opere, pur dotte, non ho trovato“. Ecco, anni di scrittura, e studio matto e disperatissimo, che trovano una ragione, quella che evidentemente, anche al di sopra dei miei meriti, è la risposta alla domanda “come mai l’opera non di un accademico ma di un avvocato di provincia ha avuto successo?”
Ma non temete, i miei piedi sono ben solidi per terra, continuo ogni giorno a studiare le grandi opere altrui, onorare i loro straordinari autori, perchè so di aver bisogno di alimentare ogni giorno la mia necessità di essere all’altezza di questo straordinario compito che è la difesa dei diritti.
Ma torniamo a bomba, di cosa parla il libro?
Ecco l’indice sintetico, per comprendere il raggio d’azione del testo clicca qui: troverai tutti gli argomenti, le fatiche anche degli altri autori con i quali divido le gioie del risultato finale.
Vuoi comprare il libro? Ecco la pagina di Utet e non dimenticare di farmi sapere cosa ne pensi nei commenti qui sotto.