Vaccino e responsabilità medica serve uno scudo per i medici?

Vaccino e responsabilità medica serve uno scudo per i medici?

Avv. Nicola Todeschini Responsabilità del medico dipendente, Senza categoria

In questi tempi bui, dove regna confusione, complottismo, comprensibile timore, dove le testate si fronteggiano a suon di tag e parole chiave rubandosi a vicenda “vaccino”, “reazioni avverse”, in un turbine di voluta confusione, mi viene chiesto, in tre minuti, di rispondere ad alcune domane, in modo molto discorsivo ed utile ai più, proprio in materia di responsabilità medica e vaccino.

La sospensione cautelativa del vaccino Astrazeneca, il timore diffuso, sia consentita la licenza, come un virus, che le reazioni avverse imprudentemente date in pasto all’opinione pubblica siano reali, e che quindi la sospensione di Astrzeneca nasconda la consapevolezza della sua scarsa sperimentazione, generano il panico, e del panico si nutre la disinformazione della quale sono vittime tutti, anche i professionisti e quindi pure i medici.

Ad ogni piè sospinto la categoria, sin troppo presa in giro proprio da chi prometteva impunità ma ha invece riformato la materia, sotto il profilo penale, in senso chiaramente inverso, chiede ulteriori scudi, impunità vera, terrorizzata dalla possibilità di divenire capro espiatorio dell’impreparazione che lo Stato ha dimostrato dinanzi ad un rischio ampiamente annunciato.

E i medici non meritano di essere vittime dell’inerzia dello Stato, ma nemmeno della disinformazione.

Proprio nel giorno in cui l’On. Gelli racconta che lo scudo richiesto dai medici per essere salvati dal rischio d’essere bersaglio della reazione del cittadino dinanzi alle potenziali reazioni avverse del vaccino sarebbe già nella riforma Gelli Bianco, ampiamente criticata anche da chi scrive, e si dimentica di raccontare che la sua riforma ha invece aggravato il rischio, per il medico, di essere vittima di un processo penale, molti medici invocano uno scudo su misura, non sanno cosa pensare, sono abituati a sentirsi vittime anche quando non lo sono e a non reagire invece, ahinoi, contro chi racconta loro frottole.

In questo clima confuso la mia breve intervista, un semplice flash sulla responsabilità medica da vaccinazione anticovid, senza pretesa certo di aver esaurito l’argomento, assai delicato, anzi.

L’occasione è però ghiotta per ricordare che non è merito della Gelli Bianco se il medico oggi può stare sereno circa la responsabilità da vaccinazione, semmai è vero il contrario.

La mia guida operativa alla responsabilità medica, edita da Utet, è occasione per averne dimostrazione. 

Che si apra un procedimento penale è possibile, che si giunga ad una condanna assai improbabile, salvo che la procura non dimostri che il vaccino è stato inoculato in violazione delle buone pratiche acclarate dalla comunità scientifica e in primis dalle linee guida (che spesso non esistono, non sono vere linee guida, o sono immaginate per contenere i costi).

Ma pretendere che non si apra nemmeno un procedimento penale (non un processo, attenzione!) utile ad approfondire le condotte è cosa diversa da chiedere di essere rispettati allorché lo Stato disponga, in una condizione di emergenza, di provvedere alla vaccinazione di massa sulla scorta di un consenso informato coordinato e nell’aspettativa che il piano vaccinale contenga la mortalità da Covid.

Ecco le mie brevi note nell’intervista rilasciata a Radio Caffè condotta dal noto Barry Mason:


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