L’attentato al Tribunale di Milano e le nostre quotidiane responsabilità

L’attentato al Tribunale di Milano e le nostre quotidiane responsabilità

Avv. Nicola Todeschini Basta sprechi, Malagiustizia, Riparazione dei torti

Tante parole sono state impiegate, in questi giorni, per commentare i fatti tragici di Milano: spesso allusive, alcune volte parziali, ingiuste, altre convincenti, commoventi, e il mio post non vuole porsi in necessario contrasto con loro ma indurre a riflettere sui rimedi che inevitabilmente partono, prima di tutto, dalla nostra buona disponibilità.

Mi riferisco, prima ancora di pretendere dallo Stato, sempre più inerte, menefreghista, iniquo, una reazione dignitosa, a quanto posso fare io, a quanto possiamo fare tutti noi per contribuire soprattutto alla crescita di una coscienza sociale che sappia suggerire nuovi comportamenti, provocare indignazione funzionale però alle soluzioni.

Tante volte entriamo in Tribunale e vediamo cose vergognose: disorganizzazione, sciatteria, astensionismo ingiustificato, code alle macchinette del caffè, colleghi che ostacolano l’organizzazione del sistema, sporcizia, rapporti clientelari, amicizie inopportune. Leggiamo sentenze che sappiamo non essere scritte dal magistrato, colleghi che dimostrano frequentazioni non esattamente opportune con magistrati, e poi accessi impropri, disorganizzazione, scortesia.

Ebbene, di fronte a tutto questo che cosa facciamo?

Chiudiamo un occhio perché abbiamo paura o reagiamo con civile fermezza?

E’ ora di reagire, ma senza attendere un altra tragedia come quella di Milano, perché è nel nostro comportamento integerrimo e nella ferma opposizione rispetto ai contegni invece inopportuni che credo si possa trovare la speranza che le cose cambino.

Alla domanda di un’ascoltatore di Radio Padova, che chiede se ci siamo accorti di come va la giustizia, nei nostri Tribunali, ho risposto così:

Attendo anche il tuo commento!

Dedicato all’argomento segnalo un mio “progetto”, malagiustizia, che potrete rintracciare QUI e che attende i contributi, anche anonimi, di tutti coloro che vogliano contribuire.


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  1. Ezio Says: aprile 17, 2015 at 9:04 am

    Condividere è il minimo che può fare una persona di buon senso, dopo di ciò tutti dovrebbero farsi carico delle responsabilità che ogni cittadino è tenuto ad onorare.