L’Avvocato copione salvato dall’Ordine: secondo te gli Ordini vanno aboliti?
Avv. Nicola Todeschini Malagiustizia
La storia dell’Avvocato copione
Un avvocato con studio a Roma, evidentemente a corto di contributi, copia letteralmente alcuni miei saggi, pubblicati in rete con adeguato avviso di “protezione” attribuendosene la paternità. Colto in fallo, come un bambino con le mani nel vaso della marmellata, non nega, ma passa all’attacco, in perfetto stile decoroso, ed anzi diffida me a lasciarlo in pace chiedendosi se io non agisca per invidia nei suoi confronti (non è uno scherzo).
Dato che non amo farmi prendere in giro, dopo aver chiarito che non scherzo, ad avergli dato qualche giorno per ripensarci, agisco in via d’urgenza innanzi al Tribunale, che nonostante la resistenza pretestuosa del collega, mi da ovviamente ragione e ordina l’immediato inserimento, in calce agli scritti, del mio nome quale autore, e condanna il collega birbantello a pagarmi le spese legali.
Inutile dire che….non rispetta né un ordine né l’altro, e dopo essere stato invitato a rispettare l’ordine del Giudice, si limita a cancellare i testi dei miei saggi ed ovviamente non paga.
Lo invito nuovamente a non mettersi ulteriormente nei guai e a rispettare l’ordine ma lui nicchia.
Allora inizio la causa di merito: lui insiste, non gli è bastata la prima lezione, così ne subisce un altra, e viene condannato a risarcire il danno ed a pagare le spese anche della causa di merito.
Ma lui non paga, tanto che sono costretto a pignorare tutto quanto esistente nel suo conto corrente: poco più di 1.000,00 euro (alla faccia dei successi professionali che, anche grazie ai miei saggi scopiazzati, voleva dar intendere di aver conseguito).
La denuncia all’Ordine degli Avvocati di Roma
Ritengo necessario far presente all’ordine degli avvocati di Roma, al quale il collega è iscritto, quanto sia accaduto: invio tutte le prove, anche la sentenza di primo grado, mai appellata, che accerta il plagio e condanna il collega al risarcimento del danno, chiarisco anche che il collega non ha rispettato la decisione del magistrato e si sottrae all’esecuzione come il più recalcitrante dei debitori e l’Ordine di Roma mi risponde che nel contegno dell’iscritto non si rinvengono elementi di rilievo deontologico !
Penso: si tratta di un errore!
Non è possibile che non sia nemmeno aperto un procedimento disciplinare nei confronti di un collega che viola principi fondamentali come il decoro della professione, la dignità professionale, la correttezza anche nei rapporti con i colleghi, e quindi scrivo nuovamente all’Ordine di Roma e segnalo anche le novità (il pignoramento subito), ma le decisione non cambia.
L’amara conclusione
Traetela voi, cari lettori del blog: questa imbarazzante vicenda giustifica chi chiede, a gran voce, di abolire gli Ordini non ritenendoli nemmeno in grado di perseguire le condotte più gravi?
Fatemi conoscere la vostra opinione, io vi terrò aggiornati sull’evoluzione del caso, chissà se almeno il fisco vorrà interessarsi ad un collega che vanta, sul suo sito web, la difesa di clienti assai importanti ma non ha i soldi per rispettare una sentenza.
Ma per lui non finisce qui, restate sintonizzati!
Gli ordini vanno aboliti
ESATTO.